Una buia Luminara… O forse no? | ViviamoPisa

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Una buia Luminara… O forse no?

Una buia Luminara… O forse no?

Sono mesi che sappiamo che non avremo la Luminara né altre iniziative del Giugno Pisano. Ma questo non ci consola.

Era certo già ad aprile: tutte le iniziative tradizionali del Giugno Pisano cancellate a causa Covid; quindi niente Gioco del Ponte, niente Regata Storica e soprattutto niente Luminara. Effettivamente il distanziamento e i Lungarni durante la Luminara non sono esattamente compatibili, quindi, comprendiamo, capiamo e tutto va bene. Ma siamo tristi, molto.

Lodevoli le iniziative “alternative” come la Luminara Spontanea #illuminiamopisa o la Luminara dei ristoranti o ancora la tradizionale illuminazione al mare del Bagno degli Americani il 17. Ma non possiamo dimenticare che erano oltre 50 anni che non si interrompeva una tradizione che ha diversi secoli di storia alle spalle e che oggettivamente è uno degli spettacoli più belli che la nostra città possa offrire.

Non so se sapete che nella redazione di Viviamo Pisa i “pisani di nascita” sono due su cinque (come nella migliore tradizione degli abitanti pisani) ma l’amore per la Luminara è condiviso da tutti, sebbene forse in modo “diversamente viscerale”.

Abbiamo pensato che il nostro piccolo contributo per ovviare all’oscurità, potesse essere quello di dare luce ai nostri ricordi.

La mia prima Luminara (a 20 anni) – Chiara

I palazzi disegnati da un contorno di luce. Un ricamo di lumini a punteggiare il buio dei Lungarni. Rombi luminosi nel cortile della Sapienza. Bagliori bianchi, dorati, arancioni. La calca. Le ruote dei passeggini sui piedi. La gente coi sandali (!). Testa all’insù. I fuochi che esplodono sopra la Cittadella. Contiamo le fontane gialle e rosse, i fiori verdi e viola, i mille spruzzi di scintille. Il mazzo di palloncini retto dal tizio che li vende copre i fuochi. Un altro gli dice di riporli dove non batte il sole. Il tizio sente, si volta ed è un energumeno di due metri. L’altro, mingherlino, si nasconde nella mischia. Risate. Gli ultimi scoppi. Odore di cocktail nei bicchieri di plastica, foglie di menta e sudore umido di giugno. I marciapiedi appiccicosi. Ponte di Mezzo: inaffrontabile. Le panche di marmo di Piazza Dante, la musica. La calca si dirada. L’alba, una luce azzurra nel cielo. Certi lumini bruciano ancora, le fiammelle diventate invisibili. Pian piano, tornano tutti a essere cera.

Luminara e Play-off – Andrea

I miei ricordi della Luminara si perdono nei meandri del tempo e quello che risalta sempre è il magnifico spettacolo che offre. Il magone delle edizioni a ridosso degli esami delle medie e della maturità è sempre vivo. Ma devo dire che per un pisano attaccato alla propria città e tifoso nerazzurro, l’evento 2007, che cadeva il giorno prima della finalissima di ritorno dei play-off di serie C Pisa-Monza, è stato il massimo. Mettere insieme la suggestione della Luminara e la tensione sportiva creò una sensazione unica. Il giorno dopo, per San Ranieri, il Pisa vinse, tornando in serie B dopo oltre dieci anni. La Luminara sembrò ancora più bella quell’anno.

Mordi e fuggi – Giorgia

Le rincorse per prendere l’ultimo treno a mezzanotte e tornare a casa, questo è quello che ricordo di più della luminara. Inevitabilmente eravamo sempre in ritardo, ammaliati dallo spettacolo dei riflessi sull’Arno ma soprattutto rallentati dalla folla. Come salmoni, risalivamo la corrente (Corso Italia) in senso contrario per non perdere il regionale scassato che terminava a Livorno Centrale. Quante volte avrò aspettato al binario treni in ritardo, mai una volta che capitasse quando serviva! Non so come ma siamo ogni volta riusciti, col cuore in gola, a salire. Come Cenerentola, assieme agli amici ci perdevamo una parte della celebrazione, ma l’altra parte ci bastava e sul treno del ritorno, era sempre “bello” a cadenzare le nostre conversazioni.

Tremolio – Gontrano

I ricordi legati alla Luminara sono tanti, quelli legati a fine della serata (dalle 4 di mattina in poi) i più gradevoli.
I primi canti degli uccellini allietano i pochi rimasti e l’atmosfera vissuta, quando le strade si svuotano, sa davvero di surreale, quasi un’alba medievale che ti catapulta indietro nel tempo. Mi sembra di fare un salto in un passato lontanissimo ricordando un 16 Giugno di inizio 2000, quasi sfocato, ma forte nelle sensazioni che richiama: un dolce cuscino che mi sostiene la testa mentre ascoltiamo una canzone che sgattaiola fuori da un appartamento del Lungarno.
Una canzone che richiama la dissolvenza delle fiammelle. Come il ricordo che sembra svanire, quel tremolio sembra spegnersi e quella canzone ci dà la buonanotte rimbalzando morbida sull’acqua. È un ricordo d’amore, quel cuscino erano le ginocchia del mio amore, ora mia moglie e la canzone era perfetta per l’ora tarda, un capolavoro dei Radiohead: Street Spirit (fade out). La stessa alla fine recita: Immerse your soul in love!

La mia prima (quasi) alba alla Luminaria

Il compleanno di mio padre è il 15 giugno, amava sempre ricordare, vanesio come pochi, che la Luminara fosse parte dei festeggiamenti del suo genetliaco.
Un anno, stranamente, decise di fare la tradizionale festa (quella del suo compleanno, paragonabile alla Luminara in termini di affollamento) esattamente la sera del 16, a casa di un’amica in centro a Pisa. L’obiettivo era festeggiare in casa e godersi una Luminara tardiva e meno affollata.
Io avevo 10 anni. Ed ero molto offesa: avevo ancora l’età in cui non potevo andare alla Luminara da sola e soprattutto quella in cui è inconcepibile rinunciare ai fuochi. Non potevo sapere, allora, che sarebbe diventato uno dei più bei ricordi con mio padre. Fu una serata infinita: sveglia con le figlie dei suoi amici fino a tardissimo, alle 4 di notte mio padre decise che potevamo andare. A casa? No. Ovviamente a vedere la Luminara.
Lo spettacolo è ancora vivido ai miei occhi: la strada vuota e piena di cartacce, il silenzio quasi assoluto e i lumini che sembravano tremolare più del solito. E noi a camminare sui ballatoi delle spallette dell’Arno “perché – diceva Sergio – il poter toccare i lumini (e bruciarsi), mentre la vista abbraccia tutti i Lungarni è un’esperienza da provare almeno una volta nella vita”.
Quanta ragione… Io avevo 10 anni e non l’ho mai dimenticato.

 

Per sdrammatizzare prima dei saluti… Il lato positivo di questa (non) serata: forse nell’accalcamento dei fuochi per l’edizione del 2021 non sentiremo dire “era meglio l’anno scorso” 😉 Rimarrà solo l’intramontabile “Quella è la mi’ multa!”

In ogni caso buon santo patrono, cari pisani!

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