Le associazioni che non si sono fermate
In questi giorni, in cui tutti siamo chiamati a stare il più possibile in casa, limitando incontri e spostamenti, c’è chi non può farlo, chi ha scelto di non farlo per aiutare chi ha bisogno, oggi – forse – più che mai.
Quante sono queste associazioni che hanno dovuto aumentare il loro già oneroso stato di servizio? Sono moltissime e non abbiamo la pretesa di elencarle tutte in questo post. Ma nei prossimi giorni vorremmo raccontare alcune delle loro storie. Perché lo sappiamo che tutti loro non fanno volontariato per sentirsi ringraziare, ma noi dobbiamo farlo, non solo per loro, ma per tutti quelli che grazie a loro possono fare un po’ di bene.
Ma di chi stiamo parlando?
Dei volontari e delle volontarie del settore medico, prima di tutto ambulanzieri e barellieri che a bordo dei mezzi o sul posto negli ospedali stanno salvando vite, controllando la nuova complessa logistica dei presidi sanitari, proteggendo i più deboli e portando conforto a chi è in ospedale e non può vedere le persone che ama.
Di chi, dietro le quinte, a livello più burocratico, prende appuntamenti, gestisce le richieste, risponde ai telefoni, ad esempio per organizzare i molti donatori di sangue, che oggi sono anche loro chiamati a un atto di coraggio e a un impegno un po’ più impegnativo del solito.
A chi continua a far funzionare le associazioni che sostengono la ricerca, perché le molte, gravi malattie di cui ci occupiamo periodicamente, magari con un fiore o un uovo di Pasqua, sono ancora più minacciate in questi giorni.
E non dimentichiamoci di chi si occupa dei più deboli, di chi non ha casa, di chi soffre di dipendenze da droghe o di tutti coloro, che sono indifesi e chiusi in casa con chi li maltratta. Tutte persone che oggi più che mai non sanno cosa fare e come proteggersi.
Quanti altri ancora? Moltissimi: aiutateci a trovarli e fate loro sapere che vogliamo raccontare le loro storie e dare alle loro associazioni lo spazio che meritano.